Ciao, sono Annamaria, rieccomi Ciao, sono Annamaria, rieccomi, torno a raccontarvi le mie nuove esperienze. Che non sono poi tante: trovare avversarie è difficile, le donne sono "brase squerte" come si dice qui da noi, che nascondono la loro personalità perché ci hanno tirato su così tutti, famiglie mamme preti. Però, se qualcuno soffia via la cenere, finisce col bruciarsi... Vi dico prima di tutto che adesso sono più allenata. Ho deciso di dimagrire, quindi vado a correre tre volte la settimana. Il risultato? pesavo 75 chili, ora sono dimagrita a ...74! Però ho più fiato. La prima cosa che voglio raccontarvi non è una lotta vera e propria, ma una rissa. Mi è capitata in una discoteca dello Slovenia, non troppo lontano dal confine. Ero andata con le mie amiche, per festeggiare l’addio al celibato di una di loro, Gloria. Abbiamo cominciato a ballare, non c’erano i nostri ragazzi, e io mi sono ritrovata con un bel tipo che ballava veramente bene. Moro, alto, magro, un vero figo. Ad un certo punto, ha cominciato a stringere, poi a pomiciare. Io l’ho lasciato fare perché mi piaceva, tanto sono sicura che anche il mio ragazzo non è un santo con le altre donne, quando non ci sono. Cuore non vede, occhio non duole, no, è viceversa, occhio non vede, cuore non duole. M’avete capito. Ad un certo punto, vedo arrivare di corsa una biondona più alta di me. Mi sono chiesta cosa facesse, ma questa ossessa mi è saltata addosso buttandomi a terra. Era la morosa del figo. Scena da western: le altre coppie che ballavano si sono ritirate, lasciando libero un cerchio. In mezzo al cerchio, io a terra, l’altra che mi prende a calci in culo. "Annamaria, non ti lascerai mica menare di fronte a tutta stà gente" mi sono detta. Mi sono rialzata, e l’ho presa per i capelli, tirandola da una parte e dall’altra. Era grande, ma senza nerbo. Poi l’ho mollata, facendola cadere. S’è rialzata infuriata, e le ho strappato il top con una manata, lasciandola a seno nudo. Tette grosse, un po’pendenti. Lei ha provato a colpirmi, ma non aveva la minima pratica, m’ha solo sfiorata con uno schiaffo. Io ho giocato un po’ come il gatto col topo poi, appena che m’è giunta a tiro, le ho mollato un pugno in faccia che l’ha mandata nel mondo dei sogni. Sono arrivati i gorilla, ma l’unica cosa che hanno potuto fare è stato sollevare la bionda ancora svenuta e portarla su un divano. Noi, nel trambusto, ce la siamo filata... le mie amiche non volevano storie, poi era già tardi. Devo dire che la rissa mi ha divertita ed eccitata. Così,appena arrivata a casa, ho chiamato il mio ragazzo al quale ho raccontato tutto...tranne la pomiciata con il figo. Lui, anche se l’ho svegliato, si è eccitato di brutto ed ha voluto venire subito a trovarmi... è stato molto bello, una delle notti più piacevoli per entrambi. Una seconda lotta l’ho fatta in settembre, quando sono stata in vacanze in un’isola della Croazia. Il mio ragazzo, già dal primo giorno, ha individuato una coppia di iuguslavi. Lui, alto e muscoloso, sembrava un calciatore professionista. La sua donna non era un granché, come bellezza, non tanto alta , ma piuttosto grossa. Erano infaticabili: sempre dentro e fuori dal mare, a nuotare o in canoa, o a palleggiare sulla spiaggia. Loro parlavano bene l’italiano, e siamo diventati amici. Non c’eravamo sbagliati: erano entrambi calciatori. Il mio moroso, che riesce a portare il discorso dove vuole lui, non per niente è rappresentante di commercio, è riuscito a portarli a parlare di forza, di muscoli, di donne aggressive. Una parola tira l’altra ed alla fine... ha convinto la donna, Dana, a lottare con me. La spiaggetta era ormai deserta, ed abbiamo iniziato il confronto. Lei era convinta di vincere facile, che io fossi solo una "bonazza", ed ha cominciato andandoci piano. Si è poi accorta che ero forte anch’io, e ha cominciato a mettercela tutta. Lei era molto forte, anche se avevo il vantaggio di circa 15 chili e dieci centimetri di peso, ed è anche riuscita ad atterrarmi. Ma, a livello di lotta a terra, ho fatto valere il mio peso e la mia tecnica, e l’ho schiacciata sotto di me. Malgrado che lei si dibattesse, ho tenuto duro finché non era senza fiato, standole sopra e schiacciandole la faccia tra le mie tette, in modo da renderle difficoltoso il respiro. Lei ha tentato di resistere, ma alla fine si è arresa. Ha voluto subito la rivincita, ma stavolta conoscevo la sua forza, sono riuscita a sgambettarla a terra, poi le ho portato una forbice al tronco con le mie gambe, ho stretto forte e lei si è arresa con un urlo che mi ha spaventata un poco. Ma non si era fatta niente, per fortuna. Recuperato il fiato, m’ha detto che non mi credeva così forte, e che sono più potente della maggior parte delle sue compagne di squadra. Il giorno dopo siamo partiti, ma lei mi ha scritto proprio alcuni giorni fa, dicendomi che vuole la rivincita. Gliela darò, anche se so che rischio molto. D’altra parte, non si può vincere sempre. Ho poi avuto un’altra sfida, questa volta con un uomo, ma al braccio di ferro. Ultimamente, lavoro come barista in un bar sul lungomare di Trieste. L’ambiente è simpatico, i clienti mi vogliono bene, sono gente semplice ed aperta. C’era solo uno un po’rompiscatole, sempre a fare apprezzamenti sulle mie tette, sul mio culo. Un giorno, ha detto che dovrei perdere un po’di chili. Ha anche ragione, ma non doveva permetterselo, che lo dica a sua sorella. Allora gli ho risposto che è difficile, perché sono tutta muscoli. Ha cominciato a prendermi in giro, allora gli ho detto, davanti a tutti, "se non ci credi, perché non provi a fare a braccio di ferro con me?" Lui prima ha tentato di metterla sullo scherzo, ma gli altri clienti, che lo trovano tutti un montato, l’hanno praticamente costretto ad accettare. Ci siamo messi su un tavolino, e ci siamo arrotolati le maniche. Il mio braccio, soprattutto il mio polso, è subito risaltato più grosso del suo. Ci siamo messi in posizione, ed abbiamo cominciato a spingere. Lui avrà resistiti tre secondi, poi ha cominciato a cedere, lentamente. Io lo guardavo negli occhi, lui cominciava a sudare, a tendere tutti i muscoli del collo e della faccia. Arrivati a metà strada, ho voluto dargli un’illusione, ed ho allentato la spinta, facendolo risalire sino a quasi la posizione d’equilibrio. Lui ha cominciato a sorridere, ha ripreso fiducia. I miei clienti facevano un tifo indiavolato, ed erano preoccupati perché pensavano che stessi per perdere. Quando eravamo arrivati alla posizione di partenza, gli ho fatto: "ora mi sono stufata..." ed ho spinto nuovamente con tutta la mia forza. Altri quattro secondi e, bang, la sua mano ha picchiato sul tavolino. L’avevo sconfitto. Io mi sono alzata trionfante, festeggiata dai clienti, mentre lui si è rialzato di scatto ed ha preso la porta, seguito dai frizzi e dai lazzi di tutti. Da quel giorno, non si è più rivisto. Meglio così, era antipatico. E neppure carino. Io, comunque, tento sempre di evitare di far vedere la mia forza agli altri, a meno che non siano persone che apprezzano le donne forti. La donna forte, infatti, spaventa, e viene vista quasi come un fenomeno da baraccone. Vedo che alcuni di voi hanno letto la mia prima lettera. Ne sono contenta e fiera del vostro interesse, ma una cosa è l’Annamaria vera, in carne ed ossa, un’altra quella che costruite nella vostra fantasia. Non so se ci incontreremo mai... forse per voi è meglio di no, potreste farvi male... Ciao a tutti gli amici Annamaria