Quando crescono le ragazzine… ...Quel giorno incredibile cominciò normalmente come tanti altri che sembravano uguali; era prima estate, c’erano gli ultimi giorni di scuola da affrontare e per concentrarci di più sullo studio in vista delle ultime interrogazioni io e mia sorella andammo a stare per un po’ a casa del mare. Mia sorella invitò a casa a studiare le sue amiche del cuore, tre ragazze di 13 anni con cui era cresciuta. Io all’epoca ne avevo 19, e mi eccitavo sempre moltissimo quando potevo spiare nel chiuso della loro stanza le amiche di mia sorella... erano fantastiche. Incredibilmente sexy nonostante la giovanissima età, e tremendamente femministe, adoravano sbaragliare il "sesso forte" e non perdevano mai occasione per prendermi in giro atrocemente, in tutti i modi possibili; questo perché, nonostante una delle tre, Federica, fosse una "normale" ragazzina di un metro e sessantacinque, ad onta del mio ridicolo metro e sessantotto le altre due, Emilia e Bianca, erano assolutamente spettacolari. La prima era una Venere bionda, con grandi occhioni blu, un metro e settantacinque, un fisico da top model e dei muscoletti tonici e guizzanti scolpiti dalla danza e dal fitness; l’altra, Bianca, era assolutamente di un altro pianeta rispetto a me, era quella che mi eccitava di più. Sfoderava tette mastodontiche e sodissime, muscoli sviluppati e incredibilmente più grossi dei miei (per la palestra che frequentava assiduamente da anni, certo, ma anche per la sua costituzione fisica eccezionale) e, alla maledetta età di tredici, massimo quattordici anni, mi salutava dall’alto del suo dannato metro e ottanta di altezza, cui aggiungeva, guarda caso sempre quando doveva venire a casa mia, scarpe con zeppe enormi. La sua altezza e i suoi muscoli mi facevano arrossire. In quanto a Federica, era una moretta molto molto carina, come le altre due, con una bellissima quarta misura dannatamente grossa sul davanzale e occhi neri profondi, e pur non potendo contare sul fisico da gigantessa riusciva anche lei ad umiliarmi, industriandosi in mille maniere. Una volta, ad esempio, mi sfidò a braccio di ferro; convinto di potermi riscattare su una delle tre delle umiliazioni che subivo da loro, mi accostai al tavolo speranzoso... ma mia sorella, che avrebbe dovuto limitarsi a fare da arbitro, al via si portò velocemente dietro di lei, e ad un segnale convenuto si tolse la maglietta e sollevò quella dell’amica: sotto non avevano niente, le due streghe! Quattro tette sode e grosse erano troppo da sopportare e cedetti di schianto, stordito, dopo soli tre secondi. Battuto a braccio di ferro da Federica! Era dunque un caldo giorno d’estate. Quando le tre bussarono alla porta e mia sorella andò ad aprire, a me che osservavo da lontano apparve uno spettacolo a dir poco mozzafiato: tolti all’ingresso i parei e gli shorts che le avvolgevano, le ragazzine terribili entrarono in casa coperte solo da microscopici bikini: tanga inguinali e reggiseni minuscoli, tutti in rosso. Io, che per il caldo giravo per casa in boxer estivi, fui sopraffatto. Quando mi passarono davanti in fila indiana ci fu la prima scena penosa: mia sorella tirò dritto ridacchiando, Federica mi guardò con un sorrisetto sarcastico (con le zeppe superava persino lei la mia altezza... io ero scalzo)... ma furono Emilia e Bianca a devastare il mio ego. La bionda mi fece ciao ciao con la manina, sorriso splendido a trentadue denti, altezza irraggiungibile, camminata da pantera... e Bianca... Bianca... che umiliazione, se ci ripenso! Mi si parò per qualche istante davanti, ridacchiando perfida, e io singhiozzando mi ritrovai faccia a faccia... con le tettone enormi della tredicenne, a malapena seminascoste dal micro-reggiseno! Ma a che razza di altezza arrivava con le zeppe? Mi diede due colpetti sulla testa come si fa con... i bambini, mi chiuse la bocca che tenevo spalancata per lo stupore, e si avviò a seguire le altre, mentre io da dietro restavo a guardarle stregato quel fantastico e muscolosissimo culo di granito, non certo celato dal minuscolo tanga rosso! E da lontano, ben presto, mi arrivò solo l’eco delle loro risatine... Per la vergogna e l’eccitazione ero più rosso dei loro bikini. Si chiusero la porta alle spalle e si misero a fare chissà che nella loro stanza... io ormai mi sentivo rimescolare tutto. Non solo ero stato nuovamente, per l’ennesima volta in tanti anni, ridicolizzato da delle ragazzine, ma questa volta i loro microscopici bikini mi avevano mostrato tutto quello che avevo sempre solo sognato di vedere, tranne quella fuggevole circostanza in cui le tette di Federica e quelle di mia sorella mi avevano condotto verso la disfatta a braccio di ferro contro una ragazza. Stavolta invece erano tutte e quattro lì, seminude, fantastiche... immense. Scoppiavo quasi dentro i boxers. Non potei fare altrimenti: un istinto imperioso mi comandava di andare a spiarle, da un pertugio, dalla finestra, da qualunque parte... anche se poi mi ridussi al più classico buco della serratura. Purtroppo, feci maledettamente rumore, coi piedi scalzi sul pavimento, nell’avvicinarmi. Trattenni il respiro... ad essere scoperto, rischiavo il linciaggio: i muscoli impressionanti di Bianca oltre che la sua altezza assolutamente spropositata mi mettevano in condizione di netta inferiorità nei confronti di quell’adolescente tredicenne ipervitaminizzata... ma anche Federica aveva, come avevo scoperto, delle "risorse segrete", e così persino mia sorella. Quanto ad Emilia, il fatto che fosse più alta di me e bona come una fotomodella non implicava che non fosse ANCHE capace di darmi una sonorissima lezione. I muscoli in fondo li aveva ben sviluppati anche lei, non grossi come quelli di Bianca ma tonicissimi... più dei miei sicuramente! Mi chinai piano e spiai dal buco della serratura. Sentivo le loro voci, ma ancora non riuscivo a vederle all’interno della stanza illuminata. Poi, intravidi per prima Federica. Magnifica! Ora che le zeppe la slanciavano e il minuscolo costume da bagno la rivelava quasi nuda in tutto il suo splendore, mi chiesi come avevo potuto quasi non considerare quella splendida morettina solo perché abbacinato da Emilia e Bianca, più vistose. Che curve, che statua greca! Il culo mi roteò davanti agli occhi, poi si girò ed ecco le tette, quelle stesse sublimi tette che già una volta mi avevano stordito... solo i capezzoli erano coperti dal triangolino rosso del reggiseno. Ansimai, sognai di corteggiarla, di sedurla, poi mi sovvenne che quella ragazzina mi aveva battuto a braccio di ferro... e l’umiliazione mi spense gli ardori. Come potevo apparire ai suoi occhi, se le sue amichette del cuore mi ridicolizzavano per statura, muscoli, forza fisica e grinta? Se lei stessa mi aveva battuto senza problemi? No, no, altro che sedurla... quella tredicenne aveva buoni motivi e il vantaggio psicologico sufficiente per potermi ridere in faccia! Le persi di vista un’altra volta. Ora osservavo solo una parte dell’interno della stanza, vuota. Dov’erano finite? Sentivo le loro voci, ma si stavano allontanando... cercai di spostarmi, di guadagnare un maggiore angolo di visuale, e all’improvviso... Incredibile. Pazzesco. Fantastico! Proprio davanti al buco della serratura c’era di nuovo Federica... in TOPLESS!!! Si era tolta il reggiseno, quel minuscolo pezzo di bikini... ed ora se ne stava lì, ondeggiando, praticamente IN POSA PER ME!!! Non ebbi la capacità di pensare a cosa stava succedendo, purtroppo! Quella visione... la meravigliosa visione delle tette di Federica, aveva il potere di ipnotizzarmi, di stordirmi, di ridurmi ad una larva sbavante. Inconsciamente capivo, forse, cosa stava succedendo, ma non potei reagire: persi il tempo prezioso che avrei dovuto impiegare per scappare inebetito lì, al buco della serratura, a perdermi nelle tette di una ragazzina di tredici anni dal corpo eccezionale e che la sapeva molto più lunga di me. Quando sentii la voce di Bianca alle mie spalle apostrofarmi con un "ehi, porcellone!" mi sentii gelare. Erano uscite dalla finestra al pianterreno e avevano fatto il giro, lei, mia sorella ed Emilia... mi avevano teso una trappola e io c’ero cascato. Federica aprì la porta e uscì in topless nel corridoio: le quattro stangone zeppate e in bikini, muscoli tonici e sorriso sarcastico, tredicenni incredibili, mi avevano circondato. Balbettai qualche scusa arrossendo, ma i loro sguardi perfidi mi fecero capire che stavo per ricevere la punizione più dura della mia vita. "Comincio io", disse Bianca, sorridendo alle altre, e poi a me:"vieni, maschietto... facciamo un po’ di ginnastica per vedere chi è più forte!". Inutilmente la implorai di non sottopormi a quell’umiliazione: mi spinse nella stanza ora vuota, si chiuse la porta alle spalle e lasciò le altre fuori a ridacchiare. Passarono circa quindici minuti... rumori indistinti dovevano essere giunti alle orecchie delle ragazze rimaste fuori. Poi la porta si riaprì, e ne seguì una scena patetica. Prima uscì Bianca, sorridente, trionfante, radiosa: sculettava e faceva guizzare il bicipite... a seguire io... la tredicenne mi trascinava dal pisello, come fosse un guinzaglio!!! Su una spalla portava i miei boxers, come fossero uno zainetto a tracolla!!! Io piangevo umiliatissimo, le altre ridevano come matte. Camminava con me al "guinzaglio" con l’aria di una che va con la borsetta in giro per vetrine... con la sua schiacciante superiorità fisica era una cosa normalissima per lei aver ridotto così il "sesso forte"! Dentro c’era stata un’impari sessione di lotta. I miei boxers le rimasero in mano quasi subito... provai a contrastare, nudo, ridicolo, quella ciclopica ragazzona, ma fui strabattuto dai suoi muscoli da sballo. Due ceffoni mi misero al mio posto, poi mi sollevò come fossi io il bambino e mi roteò in aria facilmente; mi tenne sospeso con le sue braccia forzutissime e mi mandò su e giù senza fatica, quella ragazzina maledetta! Che figura tremenda! Poi giocò col mio pisello nudo ridicolizzandomi e mi costrinse a baciarle quegli stessi muscoloni che le avevano permesso di umiliarmi. Mai e poi mai, però, credevo che mi avrebbe esposto alle angherie delle altre nudo... era più perfida di quanto immaginassi, e la sola idea che la sua forza fisica era così superiore che non potevo sottrarmi alla perfidia e ai soprusi di una tredicenne mi provocò una crisi di pianto, un’umiliazione e una rabbia impotente, unite ad una paura pazzesca, e l’umiliazione era aumentata dal fatto che ora anche le altre, compresa mia sorella, potevano vedermi nudo a loro piacimento, e mi sapevano sconfitto da una ragazza. Che figuraccia vergognosa!!! Il mio orgoglio maschile, già messo a durissima prova negli anni precedenti e nei minuti che avevano preceduto quei tristi eventi, sparì del tutto. La mia psiche era completamente devastata... mi sarei gettato in ginocchio ai loro piedi ad implorare pietà e avrei dato tutto me stesso per poter dimenticare e far dimenticare loro quei momenti avvilenti, ma ormai era successo e nulla poteva più cancellarlo: ero nudo, umiliato, e la supposizione ben fondata che una ragazzina di 13 anni come l’immensa e muscolosa Bianca fosse più forte di me, un minuscolo ventenne mingherlino, divenne una certezza inconfutabile. L’idea di poter piacere a Federica svanì del tutto... la figuraccia da pappamolle che avevo fatto mi rendeva definitivamente ridicolo ai suoi occhi. Eccola lì, che rideva fino alle lacrime, con le tette sode e grosse che le ballonzolavano al ritmo del suo respiro... quel topless meraviglioso che aveva il potere di rendermi schiavo di una ragazzina! Si teneva addirittura la pancia per il gran ridere mentre si godeva la sua amichetta che mi portava a spasso tenendomi per il pisello. Le altre si complimentarono con Bianca e la sua capacità di "dare una lezione" ad un maschio ventenne, facendomi arrossire ancora di più ("fratellone, ma non ti vergogni? Battuto da una ragazza di 13 anni, ahahahahaahah!!!" "ehi, maschietto, ti si vede il ciondolone, ahahahahaah!" "Bianca, sei fantastica! Questo mollusco non aveva nessuna speranza di batterti coi muscoli che hai!"). Un tormento spaventoso. "A chi tocca ora?" Il sangue mi si gelò nelle vene... capii che TUTTE E QUATTRO avevano intenzione di battersi con me, di farmi fare una figuraccia, di dominarmi ognuna a modo suo. Poteva essere un pomeriggio da incubo... Mia sorella si fece avanti, mi squadrò ancora nudo, poi disse:"lotta?" Le altre ragazzine esplosero di entusiasmo. Prepararono la stanzetta, facendo più spazio possibile, per consentire su quel ring improvvisato l’incontro di lotta in famiglia. Mia sorella si fece avanti. Io tremavo, ma ero deciso a riconquistare un brandello dell’onore perduto e a non soccombere almeno in famiglia... lei non poteva certo avere la forza sovrumana di Bianca, la mia tormentatrice! Cominciammo. Quando mi scagliai, nudo come un verme, addosso a lei, fulminea mia sorella si spostò, facendomi volare a vuoto, fra le umilianti risate delle altre ragazzine, e poi, mentre ero a terra, mi scalciò le palline nude, facendomi lanciare un urlo di dolore. Ero già umiliato in tre soli secondi di lotta! Mi rialzai, deciso a tutto pur di vincere, e fui ridicolizzato e devastato. Appena allungai una mano per cercare di afferrare quella piccola serpe e averla così in mio potere, lei si sciolse il reggiseno, e le tettone sode di mia sorella mi bloccarono i pensieri, facendomi balbettare inebetito e arrossire come un pollo... lei ne approfittò per scrivere la parola fine a quel combattimento che si era dimostrato impari e incredibilmente sbilanciato dalla sua parte... Una mano maligna mi afferrò il naso, torcendolo. Impazzii di dolore e lasciai scoperte le mie povere palle, per convogliare le mani in faccia, dove mia sorella stava facendo il bello e il cattivo tempo in maniera cattiva. L’altra sua mano, velocissima, mi frugò tra le gambe, trovò le mie palline, e strinse, e torse, e strizzò, e spremette... le urla atroci di dolore che lanciavo avrebbero fatto venir giù i muri!!! Le risate delle ragazzine si fecero altissime. "Fratellone, vergogna! Nemmeno la tua piccola e indifesa sorellina tredicenne riesci a battere?" "Pietàààààà....... Pietààààààààààà.... Te ne supplico, pietàààààà!!!!!!!! Lasciamiiiiiii... hai vintooooooooo!!!!!!!!!!!!!!" "Ahahahaahahahah! Già ti arrendi? E se stringo un po’ di più queste belle palline tonde e questo grosso pisellone nudo?" "AAAAAAARRRGHH!!!!!! NOOOOOOO!!!!!!!! PIETAAAAAAA’!!!!!!!!!" "Ahahahahahahahaha!!!" A lungo implorai ed implorai. La mia sorellina tredicenne, in topless, mi stava distruggendo, umiliandomi davanti alle sue bellissime amichette, e il dolore mi stava devastando totalmente. Quando, con un minimo sforzo, facendo leva con una mano sul mio naso e con l’altra sulle mie povere palline, mi sollevò e mi tenne in equilibrio sulle sue spalle, torcendo con dita feroci tutto quello che c’era da torcere, mi sentii morire, più per la vergogna di scoprire, davanti a quelle virago meravigliose poi, che era più forte di me, che per il dolore in sé. "Mettimi giù... sarò tuo schiavo... te ne supplico, mettimi giù!" Piangevo senza ritegno e la imploravo, imploravo una creatura che mi aveva in suo potere in quanto a me superiore, infinitamente più forte... la mia sorellina di 13 anni!!! Quando finalmente mi depose a terra, iniziò la parte finale dell’umiliazione. Mi sollevò ancora, stringendomi la faccia contro le sue poderose, grossissime tette. Soffocavo, la mia erezione era incontrollabile, piangevo per la vergogna, "allora, non ti piacciono proprio le belle tettine della tua sorellina? Guardavi quelle di Fede come un porcellino... disdegni le mie?" e rideva, rideva, ridevano tutte. Finì, finalmente, con me che scivolai a terra come un sacco vuoto e lei tette al vento e braccia in cielo, in segno di vittoria, mentre le altre tre streghe le celebrarono il giusto trionfo. Era ormai entrata a far parte ufficialmente del loro club di "stroncamaschietti". Ma per me il pomeriggio si prospettava ancora lungo, perché Emilia stava già scaldando i muscoli, fasciata nel suo microscopico bikini da urlo. FINE PRIMA PARTE